Amazon, il sussidio di povertà e il blocco del Black Friday

Amazon, il sussidio di povertà e il blocco del Black Friday

Si chiama Supplemental Nutrition Assistance Program, il programma federale anti-povertà degli USA, noto anche come ‘food stamps’. Un sussidio che finisce in bocca – udite, udite – ad Amazon!

Come è possibile che il gruppo di Jeff Bezos, il cui valore di mercato ha raggiunto la cifra monstre di 900 miliardi di dollari, finisca per drenare i soldi erogati dal governo federale per contrastare la povertà assoluta?

Ci riesce pagando poco i propri dipendenti: in Arizona, scrivono i tipi di The Intercept, i dati sull’erogazione del sussidio dicono che un terzo dei dipendenti della società dipende da SNAP per poter mettere del cibo in tavola. In Pennsylvania e Ohio, la percentuale di lavoratori Amazon che riceve il sussidio è del 10%. Complessivamente, nei cinque stati che hanno risposto a una richiesta di registrazioni pubbliche circa i principali datori di lavoro dei destinatari SNAP, Amazon supera i primi venti posti in quattro.

Amazon paga salari inferiori alla media in ogni città in cui stabilisce un suo magazzino. La sua espansione – le previsioni dicono che la società controllerà il 50% del mercato e-commerce entro il 2021 – è sovvenzionata tramite i bassi salari, lo SNAP e altri incentivi che Amazon raggranella nei diversi stati in cui si insedia. In Pennsylvania, con i suoi tredici magazzini, Amazon riceve 24,8 milioni di dollari di incentivi. A essi vanno aggiunte le migliaia di dollari erogate in SNAP ad almeno un migliaio di suoi dipendenti, pagati troppo poco.

Non solo, a breve anche Amazon permetterà che gli acquisti effettuati nei suoi magazzini virtuali siano effettuati mediante lo SNAP: di fatto, il sussidio di povertà finirà direttamente nelle tasche di Bezos.

All’inizio di ottobre, la società ha annunciato l’incremento del salario minimo. Nel Regno Unito il salario minimo orario sarà di 9,50 sterline, e di 10,50 nella città di Londra, negli Stati Uniti sarà invece di $ 15 l’ora. A sorpresa, molti lavoratori dei magazzini non sembrano essere contenti di questa variazione: l’incremento farà perdere loro benefit, stock option, bonus mensili e altre agevolazioni erogate una tantum dall’azienda. Nel complesso, a fine anno riceveranno meno denaro. In alcune aree del paese e per i turni notturni, i lavoratori già guadagnano più di $ 15 l’ora. Alcuni lavoratori hanno scoperto tale variazione da un giorno all’altro: da un lato la loro paga oraria salirà di un dollaro, dall’altro perderanno il Piano di Remunerazione Variabile, o VCP e le preziose azioni Amazon.

Deutsche Bank ha stimato che l’aumento di stipendio di Amazon “rappresenta meno dell’1% delle sue entrate previste per il 2019” (NYT).

Il Piano di Remunerazione Variabile viene pagato ogni mese. Offre un bonus del 4% per la partecipazione e un ulteriore 4% se le sede in cui il lavoratore opera ha raggiunto determinati obiettivi di produzione. Nei tre mesi intorno alla stagione estiva, il bonus raddoppia e l’incremento rispetto ai salari ordinari raggiunge il 16%.

Il secondo programma di retribuzione premiale prevede l’attribuzione di azioni della società. È erogato annualmente. Recentemente, i dipendenti hanno ottenuto due azioni per un valore di circa $ 3,725. Con le modifiche apportate, i lavoratori manterranno lo stock di azioni concesso negli anni precedenti ma non ne guadagnano di nuove.

Con l’eliminazione della componente incentivante e l’aumento del salario minimo di un solo dollaro l’ora, alcuni lavoratori perderanno da 0,5 a 1,5 dollari per ciascuna ora lavorata. A fronte di un incremento retributivo che in realtà maschera una riduzione, si prospetta una sospensione del Black Friday, il grande giorno di shopping dopo il Ringraziamento.

Davide Serafin

Di Alessandria. Ha scritto gli ebook '80 euro di Ingiustizia Sociale' – 2016, V come 'Voucher – La nuova frontiera del precariato' – 2016 e 'Il Volo dei Gufi' - 2018, raccolta degli articoli scritti per i Quaderni di Possibile negli anni (2015-2018) - www.ilvolodeigufi.com - www,giustapaga.it - twitter: @yes_political
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