Glovo ha infine acquisito il marchio di Foodora e la sua attività in Italia ma non i suoi fattorini, i cui contratti di collaborazione verranno risolti in un nonnulla.
Foodora aveva adottato la formula dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa che prevedeva il versamento di contributi e assicurazione contro gli infortuni. Il minimo per un settore fortemente soggetto alla disruption delle tutele del mercato del lavoro.
Glovo non rileverà i fattorini perché formalmente non sono lavoratori dipendenti e quindi non fanno parte dell’organico aziendale, ma sono soltanto collaboratori. Inoltre, la società spagnola non contrattualizza i suoi ciclo-fattorini ma impone loro la collaborazione occasionale intesa come ‘prestazione fuori campo IVA ai sensi dell’art. 5 del DPR 633/72’. Siamo ben al di là della subordinazione. Glovo non prende neanche in considerazione le formule già esistenti per regolare il lavoro occasionale, ovvero il contratto a chiamata o il lavoro in somministrazione.
I duemila fattorini di Foodora si troveranno a breve senza contratto. Se vorranno essere assoggettati ad un regime senza tutela alcuna, potranno farlo «candidandosi come glovers», dicono.